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sabato 1 settembre 2012

Italiano (8): La Vocazione 14072012


Cominiciamo da una domanda: Chi sarebbe responsabile nella vocazione soprattutto per la missione? Che dovrebbe farla? Dobbiamo vedere nella liturgia della parola. Le tre letture liturgiche ci invitano a riflettere sulla natura della missione e la nostra partecipazione. La prima lettura parla sul profeta Amos. Amos fu uno dei più grandi profeti per la sua sensibilità sociale e religiosa. Nella seconda letrtura, Paolo, parlando dei carismi, dice che a "ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito" e tale manifestazione non è solo per la riuscita del singolo, ma anche "per il bene comune". Naturalmente lo Spirito è libero e distribuisce i carismi "a ciascuno, come vuole". Questa libertà dello Spirito di cui Paolo parla è presente anche in Gesù che tra i suoi discepoli ne sceglie dodici, "quelli che voleva" (Mc 3,13). I Dodici erano di varia estrazione sociale, con gradi di cultura diversi, con una capacità di fede quanto mai varia. Dio sa perché sceglie una persona, anche se la scelta divina può sembrare a noi poco o per niente motivata.
Quando Gesù scelse i Dodici, immediatamente fece comprendere i suoi obiettivi. Essi dovevano rimanere con lui (Mc 3,14). Quindi, I Dodici, che a stare con Gesù, vennero scelti per essere mandati dal Signore "a predicare" (Mc 3,14). Il carisma che i Dodici avevano ricevuto doveva maturare secondo un modello preciso: il Maestro. Ogni vocazione, infatti, ha il modello nella persona di Cristo.
Il testo biblico del vangelo (Mc 6,7-13) incomincia in questo modo: "Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due…". Vediamo che il verbo"chiamare" è al presente. Sembra che l’evangelista abbia voluto richiamare vocazione e missione come due realtà non scindibili, cioè non si separa. Non esiste una chiamata soltanto perché la chiamata originale viene sempre più specificata man mano il credente matura. Per esempio, ad Abramo, Dio non indica subito dove deve andare, ma prima lo invita ad uscire dalla sua terra e solo in seguito gli dice dove fermarsi. I dodici sono mandati a tutte le genti per farle discepole sue cioè lottando contro "gli spiriti immondi" (v.7), combattendo contro la malattia (v.13b) e predicando la conversione (v.12). Essi continuano ciò che Cristo ha iniziato.
La missione di ogni discepolo di Gesù è quella di combattere il Male in ogni forma sia faccia presente tra gli uomini. Se si analizza la missione dei Dodici (predicare la conversione, scacciare molti demòni, prendersi cura dei malati e guarirli) si può notare che il combattimento contro il male non ha solo la dimensione spirituale. E’ una missione che abbraccia tutto l’uomo.
Dunque, torniamo a nostra domanda: “Chi sarebbe responsabile nella vocazione soprattutto per la missione? Che dovrebbe farla?”. Possiamo quindi rispondere: secondo la prima lettura è Amos; ma secondo il vangelo dovrebbero essere I dodici. In questo occasione, vorrei dire che la vocazione la missione siano solo compiuto dei preti e dei religiosi e non anche dei laici e fedeli. Come mai? Perché come dice san Paolo nella sedonda lettura, anche noi siamo chiamati a cooperare alla grande opera di ricondurre al Cristo tutte le cose.

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